We l'OVE
Tutti i boschi realizzati con il progetto Amicambiente sono stati finanziati con il ricavato generato da Adriatica Oli con il corretto riciclo degli Oli Vegetali Esausti.
Olio vegetale esausto: un rifiuto con tutta la vita davanti!
Con la raccolta differenziata dell’olio vegetale esausto trasformi un rifiuto in una nuova risorsa e fai del bene a te all’ambiente.
In Italia le famiglie producono 180 mila tonnellate di Oli Vegetali Esausti (OVE) all’anno. Purtroppo, solo ⅓ viene raccolto e riciclato correttamente, forse perché c’è ancora poca consapevolezza sull’importanza di questa buona pratica. Rimediamo subito spiegandoti come fare una corretta raccolta degli OVE.
Cosa sono gli OVE?
Gli OVE, Oli Vegetali Esausti, sono tutti gli oli che si producono in cucina ovvero:
- oli di frittura
- fondi di cottura degli arrosti
- oli di conservazione dei cibi in scatola (tonno, acciughe, carciofini, ecc.)
- oli alimentari scaduti o deteriorati
Se cucini anche con burro e strutto, aggiungi pure alla lista questi grassi animali, perché seguono esattamente lo stesso procedimento di riciclo.
Perché bisogna riciclarli?
Gli OVE sono rifiuti pericolosi per l’ambiente e quindi devi fare molta attenzione a non farli entrare a contatto con la natura:
- né attraverso gli scarichi domestici
- né attraverso la terra del tuo orto o giardino.
Se pensavi di poterli versare nel lavandino o nel WC, sappi che prima o poi intaseranno le tue tubature costringendoti a chiamare un idraulico o a usare prodotti che promettono miracoli, ma che in realtà peggiorano solo il problema perché corrosivi e per di più inquinanti! Dalla rete fognaria al depuratore il passo è breve. Sappi allora che ogni kg di olio che finisce nell’impianto di depurazione del tuo comune genera un costo di manutenzione superiore a 1 euro. Il tutto a spese della collettività e dunque anche del tuo portafoglio!
Se invece speravi di disfarti degli OVE usandoli come fertilizzante per il tuo Ficus Benjamin, il tuo giardino o il tuo orto, sappi che creano una pellicola attorno alle radici delle piante impedendo loro di nutrirsi. Dal terreno a un corso d’acqua o al mare il passo è breve e il danno è enorme: basti pensare che 4 kg di olio inquinano una superficie d’acqua grande come 1 campo di calcio attentando alla vita della flora e della fauna terrestre e marina.
Fai la differenz(iat)a in 4 semplici mosse
- Ogni volta che friggi, prepari un arrosto o apri una scatoletta di tonno, per prima cosa conta fino a 10 per non cedere alla tentazione di buttare l’olio nel lavandino o nel WC.
- Procurati una bottiglia di plastica o un flacone di detersivo vuoti e versaci l’olio, se necessario dopo averlo fatto raffreddare.
- Quando il contenitore sarà pieno, portalo all’isola ecologica della tua città o all’Olivia più vicina a casa tua. (Ti stai chiedendo chi è Olivia? È il contenitore giallo dal tappo nero fatto apposta per tenere gli OVE lontani dall’ambiente. Le trovi nel tuo quartiere, fuori dal supermercato o nell’isola ecologica della tua città.)
- Riconta fino a 10 per non cedere alla seconda tentazione: abbandonare il contenitore a terra accanto all’Olivia. Invece, riportalo a casa e riutilizzalo per la raccolta degli OVE.
Attenzione: l’unico olio che non devi MAI versare nell’Olivia è l’olio motore, che segue una filiera di recupero differente.
OVE: da rifiuti a risorsa
La corretta gestione degli oli vegetali esausti ha una lunga serie di vantaggi:
- Quando differenzi l’olio esausto dal resto dei rifiuti organici, eviti gravi danni a terreni, falde acquifere, mare e corsi d’acqua. In pratica, gli impedisci di formare una pellicola invisibile, ma estremamente resistente, che mette in pericolo la vita della flora e della fauna marina e terrestre. E la Natura ringrazia!
- L’attivazione del servizio di raccolta differenziata degli oli vegetali esausti comporta minori costi di pulizia delle reti fognarie e di manutenzione dei depuratori.
- Poiché l’olio esausto puo’ essere trasformato in nuove risorse come il biodiesel se tutto quello prodotto in Italia venisse rigenerato, si potrebbe importare una minore quantità di petrolio e risparmiare 75 mln di euro/anno.*
Grazie alla trasformazione dell’olio vegetale esausto in biodiesel, possiamo evitare di immettere in atmosfera grandi quantità di CO2 e risparmiare molta acqua. Il biodiesel, infatti, è un biocarburante a basso impatto ambientale e inoltre riduce l’utilizzo di combustibili fossili tradizionali. I carburanti derivati dal petrolio utilizzano una grande quantità di acqua ed energia per la produzione e il trasporto, aumentando così di gran lunga le emissioni di CO2.
Ogni singola goccia di OVE può essere riciclata al 100% e trasformata in biodiesel ma anche in detergenti, inchiostri, oli lubrificanti, candele e, con il progetto Amicambiente il tuo OVE si trasforma in boschi, piante e alberi!
* Fonte: “Il contributo del CONOE alla Green Economy”, studio commissionato dal CONOE alla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, 2016